Le prossime elezioni del 4 marzo verranno ricordate come tra le più agguerrite, soprattutto in termini di social media strategy. Sarà capitato anche a voi di imbattervi in commenti ai post al limite della violenza verbale, eppure tutto questo fervore politico aiuta molto a capire la tipologia dell’elettore medio che abbiamo diviso in quattro profili:
- La setta
Gli adepti al partito setta. Sono i super fedeli, che non cambiano mai idea e restano fermi anche di fronte a clamorosi flop dei propri candidati/idoli. L’elettore setta è coerente fino al midollo, la sua conversazione politica è un monologo che non permette intrusioni, solo consenso senza dibattito. Il risultato? Conversazioni “accettate” solo tra simili, come un piccolo branco alla ricerca dell’indignazione a tutti i costi.
- I delusi
Quelli che ne hanno viste tante, troppe e ormai vedono la loro tessera elettorale nel cassetto come la ricevuta di un ristorante del 1998. I delusi non andranno a votare perché per loro “tanto sono tutti gli stessi”, magari hanno avuto un’idea in passato, ma appunto è passato. Le conversazioni con l’elettore deluso è il festival del nichilismo, un invito al non voto perché “non serve a niente” e perché “è tutto già deciso”.
- La rarità
Una piccola percentuale che legge e confronta le proposte politiche di tutti gli schieramenti. In genere, è una minoranza di cultura medio-alta, in grado di comprendere le validità delle promesse elettorali e tanto in gamba da controbatterle con dati e numeri per smascherarne alcune infattibilità. Una conversazione con l’elettore“rarità” può chiarire alcuni lati oscuri, ma se tra il pubblico ci sono le sette e i delusi, anche qui troviamo un alto rischio di monologo.
- I viscidi
Quelli da davanti premiano e dietro distruggono e viceversa. Celandosi dal velo della sicurezza del voto segreto, mostrano un pensiero che è distante dal segreto della cabina elettorale. Gli insospettabili che a causa della posizione sociale che ricoprono si espongono solo per continuare a fare parte di un gruppo oppure che nascondono interessi nel votare un partito o un candidato specifico. E questo spiega perché spesso molti impresentabili prendono più voti di quello che ci si aspetta.